ALLATTAMENTO NATURALE E ARTIFICIALE
(giugno 2019)
L’allattamento naturale è la produzione di latte materno per il neonato. Successivamente al parto la neo mamma produce il colostro, un liquido denso, giallognolo, che contiene moltissime sostanze nutritive e anticorpi. Circa 4 giorni dopo il parto, la mammella comincia la produzione vera e propria del latte; il momento della montata lattea in molte donne può provocare tensione, turgore e dolore al seno, ma con lo svuotamento della mammella da parte del neonato il dolore si riduce notevolmente fino a scomparire. L’allattamento naturale sicuramente rappresenta la soluzione più semplice e naturale, in quanto il latte è sempre disponibile, è regolarmente bilanciato dal punto di vista nutrizionale ed è privo di costo.
Quante volte al giorno il bambino dovrebbe attaccarsi al seno?
Esistono più scuole di pensiero su questo argomento: ci sono medici che consigliano l’allattamento ad orario, cioè ogni 3 ore circa, svuotando entrambe le mammelle, e medici che suggeriscono l’allattamento su richiesta del bambino. La scelta ad ogni modo è personale. In alcuni casi può capitare che la mamma che allatta naturalmente possa essere più stanca a livello psico-fisico, per questo in commercio sono disponibili integratori specifici di supporto. La stanchezza psicologica è una condizione normale, in questa fase.
Esistono comunque dei centri di supporto psicologico e di accompagnamento all’allattamento ai quali la neo mamma può rivolgersi. Può capitare però che alcune neo mamme non riescano a produrre latte oppure non possano allattare. In sostituzione del latte materno si trovano in commercio formulazioni di latte artificiale, in polvere o già costituito, contenenti tutte le sostanze nutritive, le vitamine, le proteine ad eccezione degli anticorpi. Bisognerà in quest’ultimo caso adottare delle norme igieniche e di sterilizzazione del biberon ad ogni poppata. La regolarità del numero di poppate e la quantità di latte che il neonato dovrà assumere al giorno, sono fondamentali e prestabilite. E’ comunque essenziale, in questo caso, consultare il pediatra.