A un anno esatto dalla prima delle scosse che tra l’agosto e l’ottobre del 2016 hanno portato la devastazione in quattro regioni dell’Italia centrale (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria), sono una ventina le farmacie del territorio che ancora non hanno potuto tornare nelle loro vecchie sedi e continuano a operare in strutture provvisorie come container o bungalow prefabbricati. E’ il bilancio proveniente dalle rappresentanze territoriali di Federfarma all’indomani delle celebrazioni che nei giorni scorsi hanno ricordato il terremoto del 24-25 agosto di un anno fa, epicentro tra l’alta valle del Tronto (Arquata) e il reatino (Amatrice e Accumoli).
I numeri peggiori sono certamente quelli delle Marche: «A oggi» riferisce a Filodiretto il presidente di Federfarma regionale, Pasquale D’Avella «contiamo ancora dodici farmacie ospitate nei container, acquistati grazie ai fondi della Federazione nazionale oppure forniti dalle associazioni territoriali del sindacato, come quella lombarda. Il vero problema, però, rimane la sostenibilità di questi esercizi: la ricostruzione vera e propria deve ancora cominciare e in diversi paesi è rimasta non più del 30% della popolazione originaria». Gli altri abitanti si sono trasferiti sulla costa e torneranno soltanto quando saranno stati completati i villaggi che li dovranno ospitare. «La scelta delle aree in cui costruirli e la rimozione delle maceria» riprende D’Avella «procedono però a rilento, quindi per le farmacie di questi paesi il futuro rimane incerto».
Bilancio decisamente migliore in Umbria, dove tutte le farmacie risultano ormai rientrate nelle loro sedi tranne le due di Norcia. «Sono ancora nei due container reperiti grazie ai fondi di Federfarma nazionale» spiega il presidente del sindacato regionale, Augusto Luciani «ma tra breve anche loro potranno tornare nelle loro sedi». Anche la ricostruzione sta procedendo con un altro passo, forse per l’esperienza maturata negli eventi sismici degli anni precedenti: «I lavori procedono di buona lena» conferma Luciani «molte attività commerciali hanno riaperto e anche gli abitanti stanno lentamente ritornando alle loro case. Per le farmacie, soprattutto dei piccoli paesi, i problemi ancora non sono superati del tutto ma si sta vedendo la luce alla fine del tunnel».
Anche in Abruzzo si può parlare di ritorno alla normalità già iniziato, seppure con diverse eccezioni. «Rimangono tre le farmacie ubicate in container» racconta il presidente di Federfarma regionale, Giancarlo Visini «due nell’aquilano e una nel teramano. E se in diversi centri la popolazione ha già cominciato a rientrare, ci sono ancora parecchi paesini dove gli abitanti effettivamente presenti non sono più del 40%. Per le farmacie di questi comuni il ritorno alla normalità è ancora lontano».
Completano la panoramica i due comuni reatini di Accumoli e Amatrice, che mettono assieme tre farmacie ancora ospitate in strutture provvisorie. «Si tratta però di moduli abitativi di 100 mq ciascuno» specifica Pierluigi Cortellini, presidente di Federfarma Rieti «ben attrezzati e confortevoli». All’orizzonte, in ogni caso, ci sono nuove collocazioni: «Tra i progetti della ricostruzione c’è quello di aprire due centri commerciali, uno ad Amatrice e l’altro sulla statale, vicino ad Accumoli» spiega Cortellini «due farmacie hanno già detto di volersi trasferire in queste strutture, la terza invece non ha ancora deciso». In ogni caso, pure qui come in Umbria e Abruzzo gli abitanti stanno ricominciando a tornare: «Il rientro seguirà i tempi della ricostruzione» aggiunge Cortellini «ma si può dire che il lento ritorno alla normalità è cominciato».
In questo anno, la Federazione così come le sue articolazioni territoriali hanno fatto sforzi considerevoli per aiutare le farmacie delle zone terremotate. Ammontano per esempio a 192mila euro i fondi raccolti dal sindacato a livello nazionale, grazie alle donazioni delle Federfarma locali e ai gettoni di presenza elargiti dai delegati dell’assemblea federale. Con tali risorse, tra le altre cose, sono stati acquistati e allestiti sei container e due casette monoblocco, cui va aggiunto il noleggio di un camper utilizzato nei primissimi giorni del post-terremoto.
Non vanno poi dimenticate, per finire, le iniziative indette individualmente da altre rappresentanze territoriali del sindacato: Federfarma Roma, con Farma&friends, aveva avviato una raccolta già all’indomani del terremoto del 24-25 agosto; Federfarma Umbria ha costituito un proprio fondo d’intervento aumentando la quota contributiva degli iscritti per i mesi di novembre e dicembre 2016; infine, Federfarma Marche ha integrato gli aiuti forniti dalla Federazione con donazioni e contributi raccolti in proprio. «Nell’emergenza post-terremoto» è il commento finale di Marco Cossolo, presidente della Federazione nazionale «il sindacato e le sue rappresentanze territoriali hanno messo in campo un impegno e uno spirito di sacrificio senza eguali, a beneficio non solo dei titolari colpiti dal sisma ma anche delle loro comunità: aiutare le farmacie a tornare operative il più velocemente possibile, infatti, significa assicurare alle popolazioni locali la continuità del servizio farmaceutico e dell’assistenza sanitaria di prossimità. Un grazie sentito a tutti coloro che, a livello nazionale così come nelle unioni regionali e nelle associazioni provinciali, hanno contributo a questo straordinario sforzo di solidarietà». (AS)