Sono stati tutti ritirati gli emendamenti all’articolo 13 del ddl Lorenzin che abbassavano il quorum o aprivano procedure di assegnazione straordinaria per agevolare il riassorbimento delle parafarmacie. E’ l’esito della seduta con cui, mercoledì, la commissione Affari sociali della Camera ha concluso l’esame del disegno di legge e lo ha inviato agli altri gruppi di lavoro per i pareri di rito. Guadagna dunque un altro paio di settimane (il testo dovrebbe essere preso in mano dall’aula di Montecitorio il 9 ottobre) la mediazione avviata una decina di giorni fa dal presidente dell’Affari sociali, Mario Marazziti, per far convergere Federfarma e Comitato anticrisi delle parafarmacie su una soluzione condivisa (e definitiva) al problema degli esercizi di vicinato.
«Ho invitato la Commissione a ritirare tutti gli emendamenti» ha spiegato ieri Marazziti a
Sanità24 «per dare modo alle categorie di trovare un accordo, che potrà poi essere recepito con un emendamento organico». Gli incontri con le due organizzazioni di categoria, quindi, andranno avanti, anche perché Marazziti vede gli spazi per un reciproco avvicinamento. «Su cinque o sei punti» dice il presidente dell’Affari sociali «c’è una sostanziale convergenza. Rimangono però da definire dettagli complessi, vedremo se matura l’accordo, poi l’Aula deciderà cosa fare».
I tre emendamenti ritirati che trattavano di quorum (a firma Fregolent e Piazzoni, Pd) disponevano deroghe alle attuali norme sulla Pianta organica (abbassamento del quorum a 2.900 o 2.800 abitanti, ma solo nei comuni con più di 5mila residenti) con l’obiettivo di istituire nuove sedi da riservare ai farmacisti di parafarmacia, tramite richiesta diretta oppure con graduatorie “simil-concorsuali” e successive assegnazioni. In più, sempre in tema di esercizi di vicinato, c’era un quarto emendamento (firma Miotto, Pd) che vietava ai farmacisti titolari di farmacia il possesso di partecipazioni in parafarmacie fino al terzo grado di parentela.
E’ stato invece approvato in Commissione un emendamento all’articolo 9 che aumenta multe e pene detentive (fino a 75mila euro e a cinque anni) per chi esercita abusivamente la professione sanitaria. Introdotte anche sanzioni fino a tremila euro per la conservazione in farmacie di medicinali scaduti, guasti o imperfetti. (AS)