È entrata nella fase più delicata la riforma della gestione della cronicità in Lombardia. In questi giorni sono, infatti, partite le lettere che invitano i pazienti a scegliersi il gestore cui, con un vero e proprio patto, affidare il percorso di cura e assistenza. Per chiarire il ruolo delle farmacie in questo quadro, Federfarma Bergamo e Lecco hanno promosso un incontro che si è svolto nei giorni scorsi presso l’auditorium Cef di Lallio (Bg). «C’è bisogno di informazione, il sistema si sta muovendo rapidamente e la farmacia ha bisogno di collocarsi a capire qual è la sua vera identità» dice
Gianni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo.
«Il modello lombardo è migliorato nel tempo a seguito di ben 5 delibere nel 2017. Solo lo scorso dicembre, anche grazie alle nostre sollecitazioni, è stato individuato, benché in maniera ancora non soddisfacente, il ruolo della farmacia cui è stata riconosciuta facoltà di essere un cosiddetto micro-erogatore. A Bergamo abbiamo portato avanti per primi un modello che ci auguriamo possa essere adottato anche presso altre ATS, ovvero quello di una farmacia all’interno della rete che gestisce il cronico, con un ruolo ben preciso, stabilito a livello regionale.
Ora stiamo lavorando a un software che possa svolgere le funzioni affidate al gestore (redazione del PAI, dati erogazione, etc.) e corrisponda allo standard stabilito da Regione Lombardia. Il prossimo passo sarà un confronto con le farmacie e il gestore, in ambito ristretto, per i necessari approfondimenti sulla fase esecutiva». Il modello fa leva sull’accordo di rete con la Fondazione S. Andrea di Clusone che si è candidata come gestore guidando un gruppo di circa 40 soggetti tra laboratori, case di cura, cooperative di Mmg e appunto le circa 300 farmacie di Federfarma Bergamo: predisposti dal gestore i piani di cura programmati, i pazienti potranno attingere ai servizi offerti dai diversi erogatori della rete e le farmacie saranno protagoniste negli ambiti della telemedicina, dell’effettuazione di test diagnostici, servizi cognitivi, prenotazioni, attività di prevenzione, etc.. Anche Federfarma Lecco si è spesa in modo deciso sul fronte della presa in carico. «Siamo stati la prima provincia in Regione Lombardia a siglare un protocollo di collaborazione con l’Ats all’interno del quale abbiamo offerto i nostri servizi alla rete dei gestori e degli erogatori coinvolti nella presa in carico», dice Andrea Braguti, presidente di Federfarma Lecco. «Ciò ci ha consentito di stringere rapporti con le cooperative dei medici coinvolti concertando, per esempio, in questo momento di grande tensione per l’invio delle lettere, sinergie verso i pazienti che consentiranno una gestione più semplice della comunicazione nei loro confronti».
A chiudere l’evento di Lallio,
Marco Cossolo e
Silvia Pagliacci. Così il presidente di Federfarma: «Il ruolo del farmacista nella gestione delle cronicità deve essere fondamentale, perché ricordiamoci che la farmacia è aperta per un numero considerevole di ore ed è un presidio sanitario sul territorio. Deve essere nostra cura portare all’attenzione del decisore questo ruolo, ed è bene che le nostre articolazioni a livello locale prestino la massima attenzione agli indirizzi che prendono le singole regioni e intervengano preventivamente in caso di allarme perché quando le delibere sono fatte è troppo tardi». Tra i presenti alla serata anche
Fabio Rolfi, presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale della Lombardia,
Cesare Maffeis, medico dirigente Rsa, rappresentante filiera gestione cronicità Fondazione Sant'Andrea Onlus, il direttore generale dell'Ats di Bergamo,
Mara Azzi, molte aziende del settore.