Federfarma è pronta ad agire a tutti i livelli perché dalla Legge 124/2017 sulla concorrenza vengano rimosse le ambiguità e criticità che oggi la caratterizzano. Il che significherà, per il sindacato, promuovere ricorsi alla giustizia amministrativa, intervenire nei confronti del ministero della Salute perché vengano emanate circolari attuative, esercitare pressioni sulla politica allo scopo di ottenere norme correttive. Lo ha promesso il presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo, nel suo intervento davanti all’assemblea nazionale della Federazione, riunita ieri a Roma per analizzare contenuti e ricadute della legge che ha aperto la titolarità al capitale.
A passare in rassegna zone d’ombra e incongruenze del testo è stato in apertura Massimo Luciani, costituzionalista e consulente legale di Federfarma. Le perplessità maggiori, ha spiegato, si concentrano sull’applicazione alle società di capitale delle incompatibilità e delle responsabilità previste per le società di persone e i singoli titolari: innanzitutto, ha osservato Luciani, il legislatore non ha ritenuto opportuno riservare ai farmacisti iscritti all’albo la presenza obbligatoria nel capitale, quando la stessa legge impone alle società di servizi legali di destinare agli avvocati almeno i due terzi del capitale e dei voti.
Poi c’è l’incompatibilità con l’esercizio della professione medica: va estesa alle società che detengono cliniche o case di cura, si è chiesto Luciani, oppure deve prevalere una lettura restrittiva che limita l’incompatibilità ai soli singoli curanti? E che dire delle incompatibilità concernenti i titolari di farmacia in quanto persone fisiche? Per quale ragione un farmacista che è proprietario di farmacia non può essere socio in una società che a sua volta detiene altre farmacie, mentre una società di capitali che dispone di farmacie può avere quote in un’altra società dello stesso genere? Stessi dubbi in materia di responsabilità: la 124/2017 non lo afferma espressamente, ha detto Luciani, ma è ragionevole aspettarsi che le sanzioni comminate dal Tuls ai titolari farmacisti per violazioni e inadempienze vadano ora estese anche alle società di capitali.
«E’ evidente» ha commentato a ruota il presidente Cossolo «che questa legge presenta diverse ambiguità che vanno risolte al più presto, non solo per assicurare a tutti gli operatori chiarezza interpretativa e applicativa, ma anche per rimuovere le disparità che di fatto penalizzano i titolari di farmacia nella competizione con le società di capitale, per esempio in materia di comparaggio». Federfarma, di conseguenza, si muoverà d’intesa con i propri consulenti legali per mettere in campo tutte le iniziative (ricorsi al Tar, circolari attuative eccetera) con cui assicurare alle farmacie indipendenti un quadro normativo chiaro ed equo.