Spesa farmaci, Aifa: convenzionata in crescita ma non sfonda
25/07/2017 00:24:59
Invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia. E’ il commento che sorge spontaneo a leggere i dati del report con cui l’Aifa fotografa l’andamento della spesa farmaceutica pubblica nei primi tre mesi dell’anno: anche se da gennaio il sistema di tetti è cambiato (con la distribuzione diretta che è andata a sommarsi all’ospedaliera e la convenzionata si è messa a correre per conto proprio) la musica non cambia. E la spesa per i farmaci di fascia A che passano dalle farmacie del territorio rimane l’unica a rispettare il proprio tetto. Anche quando cresce: tra gennaio e marzo, infatti, la convenzionata netta supera i 2,1 miliardi di euro, per un incremento del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2016; rispetto al Fondo sanitario significa un’incidenza del 7,94%, due decimi di punto al di sotto del tetto (7,96%) che da quest’anno è assegnato a tale voce di spesa.
Stesso réfrain anche per l’ospedaliera, che ora si chiama “spesa per gli acquisti diretti” perché ingloba la distribuzione territoriale delle farmacie di distretti e ospedali. Cambiano nomi e addendi ma lo sfondamento rimane una certezza: nei primi tre mesi dell’anno, dice l’Aifa, sono stati spesi poco più di 2,8 miliardi di euro (al lordo del payback), per un’incidenza sul Fondo sanitario di oltre il 10%. A confronto del tetto – pari al 6,89% - significa uno sfondamento di più di tre punti, che in cifre equivalgono a quasi un miliardo di euro.
E’ molto probabile, peraltro, che nei mesi a venire lo sfondamento si allarghi ulteriormente, non solo per le dinamiche della spesa ospedaliera ma soprattutto per l’evoluzione della distribuzione diretta. Nel report, infatti, la spesa da 405/2001 viene data in calo di addirittura il 25,1% rispetto allo stesso periodo del 2016, un dato in clamorosa controtendenza rispetto agli ultimi anni. Incide certamente l’assenza di rilevazioni dalla Sardegna, che non ha inviato per tempo le proprie cifre, ma per diversi osservatori dietro a quel segno meno ci sarebbero incoerenze nel flusso dati che già erano capitate in passato. E che poi erano state riassorbite nel corso dell’anno mano a mano che le rilevazioni si consolidavano.
Degno d’interesse, infine, anche il prospetto dell’Aifa sull’andamento territoriale della spesa farmaceutica convenzionata: a livello nazionale rispetta il tetto, ma su scala regionale non accade la stessa cosa dappertutto. Lo scostamento più elevato si registra in Puglia (due punti e mezzo sopra il 7,96%), seguita da Abruzzo e Calabria (9,37 e 9,10% rispettivamente) e quindi da altre sette Regioni (Marche, Campania, Sardegna, Lazio, Basilicata, Lombardia, Sicilia). Nella lista delle “virtuose”, invece, chi fa meglio è la Provincia autonoma di Bolzano, con una spesa farmaceutica convenzionata che si ferma addirittura al 5,70%. (AS)