E’ il momento degli applausi e dei ringraziamenti per Beatrice Lorenzin, ministro della Salute perennemente sulla breccia quando c’è da battagliare sui soldi per la Sanità. Perché se nella Legge di Bilancio licenziata sabato dal Consiglio dei ministri i miliardi destinati al Fondo sanitario nazionale sono 113 anziché i 112 di cui si vociferava fino a venerdì, il merito sarebbe soprattutto suo. E del premier, Matteo Renzi, che alla fine ha rispettato gli impegni sottoscritti ad aprile nel Def (il Documento di economia e finanza) anche a costo di andare allo scontro con l’Ue («non sono i numeri che ci aspettavamo» avrebbero detto i tecnici di Bruxelles a una prima lettura della Manovra).
Saranno 113 dunque, anche se domenica Il Sole 24 Ore avvertiva che la quantificazione corretta dovrebbe essere 112 miliardi più uno. Perché i mille milioni aggiunti sabato da Renzi e Lorenzin serviranno a coprire la spesa per i farmaci oncologici innovativi, i farmaci per l’epatite C, il Piano vaccini e la regolarizzazione di circa 8mila precari tra medici e infermieri. Gli altri 112 miliardi, invece, andranno a costituire il Fondo sanitario nazionale per il 2017, e sarà quindi su questa cifra che presumibilmente verrà parametrato il finanziamento della spesa farmaceutica pubblica (14,85%, ospedaliera più territoriale). A proposito della quale, scrive ancora
Il Sole 24 Ore, Governo e ministero della Salute riconfermano l’intenzione di riformare la governance con tetti e payback, anche se la scadenza di fine anno è ormai dietro l’angolo.
Potrebbe aiutare la distensione diffusa dalle cifre della Manovra.
«La notizia che il Fondo sanitario mantiene l'incremento previsto è un fatto molto importante» ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini «il lavoro di confronto fatto a Palazzo Chigi, per il quale ringrazio il sottosegretario De Vincenti e il ministro Lorenzin prosegue: per liberare ulteriori risorse all'interno del Fondo sanitario nazionale dovremo lavorare bene sui risparmi delle centrali di acquisto e sui costi, ancora troppo disomogenei, della farmaceutica territoriale». Soddisfatta anche Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Sanità del Senato: «I 2 miliardi di crescita del Fondo sanitario nazionale sono una buonissima notizia e dimostrano la volontà del Governo di accompagnare la sostenibilità del Ssn e il suo universalismo. Particolarmente significativa la finalizzazione per i farmaci oncologici e innovativi e i farmaci contro l'epatite C». «Sono stata in silenzio per due settimane» è invece la considerazione rilasciata ieri a
Il Messaggero dal ministro Lorenzin, che in un tweet ha ringraziato per il sostegno anche Angelino Alfano «tutti dicevano che avremmo tagliato e invece abbiamo aumentato il Fondo da 111 a 113 miliardi».
Parecchi anche gli elogi provenienti dal mondo della Sanità. Un ringraziamento al ministro Lorenzin per aver difeso ancora le risorse destinate alla Sanità arriva da Federfarma. «Il nostro ministro della Salute si riconferma una volta di più decisivo» osserva la presidente del sindacato titolari, Annarosa Racca «i titolari di farmacia le sono riconoscenti perché i due miliardi in più serviranno anche ad allargare e rafforzare l’assistenza farmaceutica agli italiani». «Plaudiamo alla decisione del Governo di destinare 500 milioni di euro all’acquisto dei farmaci innovativi» è invece quello che scrive l’Aiom in una nota diffusa ieri «da tempo sosteniamo con forza la necessità di individuare risorse dedicate per garantire a tutti i pazienti oncologici l'accesso alle terapie di ultima generazione». Commenti anche dalla Fimmg, che in un comunicato esprime apprezzamento per la manovra economica e per il lavoro compiuto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Questa è una finanziaria di speranza per il Ssn» è il commento «la sanità pubblica italiana esce rinforzata dalla possibilità di nuovi investimenti non solo sulle prestazioni, ma anche sulle risorse umane». Soddisfazione, infine, anche dall’Acoi (Associazione chirurghi ospedalieri italiani): «Non è cosa da poco aver rispettato gli impegni in una fase economica così delicata e avere portato il fondo a 113 miliardi, » recita un comunicato «così come avere garantito nuove assunzioni per dare respiro a reparti ospedalieri ormai allo stremo. Apprezziamo gli sforzi del ministro Lorenzin, ma con sincerità diciamo che questo sforzo non può bastare e deve essere il punto di partenza per una riqualificazione, anzi, una profonda riforma del Ssn». (AS)