Anche con le modifiche intervenute nel corso dell’iter parlamentare, il ddl concorrenza va visto come un bicchiere mezzo pieno, perché «contiene ancora rilevanti norme proconcorrenziali» e liberalizza importanti settori «come le assicurazioni, i servizi professionali e il settore delle farmacie». E’ quanto si legge nella Relazione annuale al Parlamento sull’attività dell’Autorità garante del mercato e della concorrenza, presentata ieri al Senato dal presidente Giovanni Pitruzzella. I numeri fanno ovviamente la parte del leone: nei 17 mesi che vanno dal gennaio 205 al maggio 2016, l’Authority ha chiusi 19 procedimenti per intese restrittive, quattro per abuso di posizione dominante e nove per concentrazioni. Inoltre, sono state irrogate sanzioni per 433 milioni di euro in procedimenti a tutela della concorrenza (con un incremento del 63% rispetto al periodo gennaio 2014-maggio 2015) e altri 71 in interventi a difesa dei consumatori (+137%).
Il settore farmaceutico, si legge ancora nella Relazione, è stato seguito «con costanza», come confermano la recente indagine conoscitiva sul mercato dei vaccini e l’indagine nei confronti di un’impresa farmaceutica per il prezzo particolarmente alto di una specialità oncologica. «Comportamenti abusivi delle imprese» nei mercati regolati, «con particolare riguardo a quei casi in cui il prezzo risente delle interazioni tra l’impresa e il regolatore pubblico», possono comportare «un danno rilevante ai consumatori».
Ma nella Relazione, come detto, il Garante parla anche del ddl concorrenza, attualmente in stand by al Senato. E non lo fa per unirsi alle critiche di quei gruppi d’interesse che da mesi accusano le Camere di avere allontanato il disegno di legge dalle indicazioni originarie dell’Antitrust. «Vorrei vedere il bicchiere mezzo pieno» ha detto Pitruzzella «il testo infatti contiene ancora rilevanti norme proconcorrenziali, come quella che riguarda la piena liberalizzazione del mercato
retail dell’energia. E altri importanti settori, come le assicurazioni, i servizi professionali e il settore delle farmacie, sono interessati dal processo di liberalizzazione». L’obiettivo del legislatore, quindi, deve ora essere quello di «una rapida approvazione della legge», in modo da reiterare annualmente la legge sulla concorrenza come vorrebbero le normative.
Ed è qui che la Relazione dell’Antitrust si fa meno rassicurante per le farmacie. Le liberalizzazioni devono continuare, scrive infatti l’Authority, in modo da «eliminare quei privilegi normativi che ancora esistono e che in alcuni settori – dalle farmacie alle concessioni, ai trasporti, al commercio al dettaglio, alle professioni regolamentate – bloccano la concorrenza e creano intollerabili forme di disuguaglianza». Un passaggio che ovviamente Federfarma non condivide: «Siamo d’accordo con il garante quando scrive che il ddl concorrenza va approvato rapidamente» commenta la presidente del sindacato titolari, Annarosa Racca «facciamo invece fatica a seguirlo quando – a proposito di farmacie – parla di “privilegi normativi” ancora esistenti. A che cosa si riferisce? Non certo all’accesso alla titolarità, visto che sta per essere aperta ai non farmacisti. La Pianta organica? Ma ci sono sentenze della Corte di giustizia Ue e della Corte costituzionale che hanno già chiarito la questione: la pianificazione delle sedi è lo strumento che assicura capillarità e qualità del servizio. L’Antritrust è sicura che al Ssn non interessi avere un servizio farmaceutico che garantisca questi due requisiti? Noi siamo convinti del contrario, e torneremo a spiegarlo al presidente Pitruzzella». (AS)