L’Emilia Romagna non si è schierata per Farmacia Futura, la lista che alle elezioni del 30 maggio sosterrà la candidatura di Marco Cossolo alla presidenza nazionale. Lo ha fatto l’Unione regionale (per voce del proprio presidente, il neoeletto Achille Gallina Toschi), che però all’assemblea elettiva esprimerà soltanto un voto, come tutte le altre rappresentanze di regione. E allora domanda: un-voto-uno vale l’annuncio in pompa magna con cui Gallina Toschi ha esplicitato nei giorni scorsi la propria scelta di campo, nel quale riferisce di una decisione presa a «larga maggioranza», come se quel voto si portasse dietro anche quelli di gran parte delle province emiliano-romagnole? E’ il dubbio che insinua il comunicato con cui, ieri, il presidente di Federfarma Reggio Emilia, Dante Baldini, rettifica la nota di Gallina Toschi. E ricorda la votazione che, il 3 maggio, ha portato lo stesso Gallina Toschi alla presidenza regionale, con cinque province dalla sua parte e quattro no, dopo un precedente scrutinio concluso in perfetta parità (per l’assenza causa sospensione di Parma). «Ne consegue» scrive Baldini «che l’affermazione secondo la quale il Consiglio dell’Unione Emilia-Romagna si sarebbe schierato a larga maggioranza con la lista Farmacia Futura è errata, politicamente strumentale e risponde soltanto a finalità e ambizioni di carattere personale», oltre a violare libertà e segretezza del voto. E quelle quattro associazioni che non hanno sostenuto Gallina Toschi a livello regionale, riferisce Baldini a Filodiretto, oggi sono schierate dalla parte della presidente Racca e il 30 maggio si esprimeranno per la sua riconferma.
Stesso orientamento è stato annunciato ieri da Federfarma Friuli Venezia Giulia, stavolta però con un comunicato sottoscritto congiuntamente anche dai presidenti delle quattro associazioni provinciali della Regione (Pordenone, Gorizia, Udine e Trieste). «Sosteniamo convintamente la riconferma della presidente uscente e auspichiamo che possa portare a termine le strategie sindacali e negoziali avviate consolidando la tessitura di relazioni ai più alti livelli». Forse seguiranno altre prese di posizione, con il risultato magari che alla fine, il 30 maggio, neanche ci sarà bisogno di votare. O forse, si abbasseranno i toni e si lascerà che preferenze e scelte siano espresse soltanto nel segreto dell’urna, tra quindici giorni.