Le norme vigenti non consentono alle aziende produttrici di ossigeno terapeutico di fatturare alle farmacie il noleggio o la cauzione delle bombole. E’ quanto chiarisce il ministero della Salute nella nota recapitata venerdì a Federfarma per rispondere ai quesiti rivolti dal sindacato. La questione, come noto, perturba da tempo i rapporti tra farmacisti titolari e produttori di ossigeno ed è causa sempre più frequente di segnalazioni e lamentele da parte delle farmacie associate alla Federazione. Sempre più spesso, in sostanza, le industrie del comparto addebitano alle farmacie spese aggiuntive (rispetto al prezzo di acquisto del farmaco) che per il sindacato non trovano alcuna giustificazione: c’è chi mette in fattura il costo del trasporto dall’azienda alla farmacia, per esempio; oppure, più sovente, chi applica una caparra cauzionale con rimborso alla restituzione della bombola; o ancora, chi chiede un “fee” per il noleggio dei contentori.
In due recenti incontri Federfarma aveva risollecitato il dicastero a un intervento che confermasse l’interpretazione del sindacato e impartisse un alt alle ingiustificate pratiche dei produttori. Ora il chiarimento è arrivato e le indicazioni che ne emergono collimano fedelmente con gli orientamenti della Federazione. Il prezzo dell’ossigeno, scrive l’Ufficio legale del Ministero, «è definito dall’Aifa» in base a «una contrattazione con l’azienda farmaceutica produttrice» e «comprende anche il contenitore del farmaco», ossia bombola e relativa valvola.
Non è dunque possibile, prosegue la nota, chiedere una «caparra cauzionale» sui cilindri o applicare un ricarico per il noleggio, «né al paziente né al farmacista». Chi lo facesse, imporrebbe coattivamente alle farmacie costi che queste ultime non solo non possono evitare (perché la Tabella 2 della Farmacopea ufficiale obbliga i titolari «a detenere l’ossigeno terapeutico nei quantitativi ritenuti sufficienti al regolare espletamento del servizio») ma neanche possono “trasferire” al paziente, perché «il prezzo del gas medicinale comprende anche il relativo contenitore».
«Ringraziamo il Ministero per questo chiarimento che conferma la legittimità delle tesi sostenute da Federfarma» commenta il presidente nazionale della Federazione, Marco Cossolo «è un intervento che giunge in modo sollecito, dopo un paio di incontri dalla comunicazione del giugno scorso con cui l’Aifa ha rinviato di altri sei mesi l’entrata in vigore della disposizione che obbliga i produttori a riempire soltanto le bombole di loro proprietà. Ed è un intervento che va nell’interesse non soltanto delle farmacie, ma anche degli assistiti». (AS)