«Questa è una buona giornata per milioni di italiani, che potranno avere finalmente accesso a nuove terapie e trattamenti», dalla fecondazione assistita ai nuovi vaccini passando per oltre 110 malattie rare. E’ il commento con cui il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha accolto il via libera delle Regioni alla bozza di decreto sui nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza (ossia le prestazioni minime garantite dal Ssn in tutta Italia). Un sì, peraltro, accompagnato da un avvertimento rivolto al Governo: la luce verde vale soltanto se l’esecutivo si impegna a confermare le promesse fatte a suo tempo nel Def (il Documento di economia e finanza). Ossia di 113 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale nel 2017 (due in più rispetto a quest’anno) e quasi 115 per il 2018. Impegni che ora le Regioni chiedono vengano messe nero su bianco due volte: prima nell’intesa Stato-Regioni che deve formalizzare l’accordo sui nuovi Lea, e poi nella Legge di bilancio per il 2017, il cui iter dovrebbe cominciare dal prossimo mese e nella quale i governatori vogliono ritrovare esattamente le stesse cifre.
E’ evidente che il proposito delle Regioni è quello di “blindare” i fondi promessi al Ssn per i prossimi due anni. Gli ultimi dati Istat sul Pil (primo semestre 2016 a crescita zero) sono stati una doccia fredda, perché il Def 2016-2018 stimava una crescita nominale del Prodotto interno lordo del 2,8% all’anno, e ora il timore dei governatori è che Palazzo Chigi metta mano alle forbici e cominci a tagliare. «Con il varo dei nuovi Livelli di assistenza abbiamo alzato l'asticella della tutela della salute» ha commentato Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, al termine della seduta che ieri ha dato il via libera ai Lea «si tratta di un provvedimento strategico e di conseguenza c’è bisogno di garantirne la sostenibilità economico-finanziaria pluriennale. Per questo è importante richiamare nell'intesa le risorse complessive da destinare al servizio sanitario anche nel prossimo biennio: 113.063 milioni di euro per il 2017, 114.998 milioni di euro per l'anno 2018. Così come è fondamentale che queste cifre trovino una puntuale indicazione nella prossima Legge di Bilancio».
Richieste ragionevoli per il ministro Lorenzin: «Queste risorse» ha ricordato «sono previste nel Def. Poi, come è ben noto, ciascuno deve difendere il proprio capitolo di bilancio». In ogni caso, ha sottolineato , «per il prossimo anno occorre mantenere la sostenibilità del Fondo sanitario per raggiungere due obiettivi: intervenire sui precari nella sanità con lo sblocco del turnover e garantire l'accesso ai nuovi farmaci, rifinanziando anche il fondo per l'epatite C». Ora, perché i nuovi Livelli essenziali di assistenza divengano operativi, manca ancora un passaggio in Parlamento e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, ma la previsione del Ministro è che il traguardo possa essere tagliato «entro dicembre».
E’ anche l’augurio dei titolari. Nei nuovi Lea, infatti, non trova posto soltanto l’aggiornamento del nomenclatore per le protesi ma anche la farmacia dei servizi.
L’articolo 8 della bozza di decreto, infatti, ricorda che «attraverso le farmacie sono assicurati i nuovi servizi individuati dai decreti legislativi adottati ai sensi dell’articolo 11, comma 1, della legge 69/2009, nel rispetto di quanto previsto dai piani regionali sociosanitari e nei limiti delle risorse disponibili». Come si ricorderà, la 69/2009 delegava al governo l’emanazione di un decreto legislativo (il 153/2009) nel quale individuare «nuovi servizi a forte valenza socio-sanitaria erogati dalle farmacie pubbliche e private», per l’assistenza domiciliare integrata, l’educazione sanitaria e la prevenzione, le analisi di prima istanza, le prenotazioni di visite ed esami eccetera. (AS)