
Nell’ultimo rapporto sull’uso dei farmaci in Italia, quello riferito al 2022, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha dedicato, per la prima volta, un capitolo all’impatto ambientale dei medicinali. Nel report sono stati analizzati 90 principi attivi, scelti tra quelli a maggior consumo, quelli con la più elevata tossicità ambientale e quelli monitorati dal sistema europeo Watch list, appartenenti a 28 classi terapeutiche.
Dall’analisi è emerso che alcuni tra i farmaci più usati in Italia, che rientrano nella categoria degli antinfiammatori non steroidei, “risultano essere altamente nocivi per l’ecosistema, causando danni cellulari ai pesci, con effetti avversi su respirazione, crescita e capacità riproduttiva”, ha spiegato, in un’intervista al Corriere della Sera, Elisabetta Poluzzi, docente di farmacologia all’Università di Bologna. Accanto a questo, anche la presenza di antibiotici nelle acque rappresenta un grave minaccia dal momento che “contribuisce allo sviluppo e alla diffusione di resistenze batteriche a questi farmaci, che sono essenziali per sconfiggere le infezioni nell’uomo”, ha sottolineato l’esperta.
“I farmaci possono contaminare suolo, fiumi, laghi e mari, provocando danni a piante e animali” ha sottolineato Poluzzi, anche quando vengono smaltiti in modo improprio, eliminandoli attraverso i servizi igienici, il lavandino e la pattumiera anziché conferirli correttamente negli appositi bidoni fuori dalle farmacie o nelle isole ecologiche”.
Come più volte sottolineato anche da Federfarma, dunque, in caso di farmaci scaduti o inutilizzati bisogna separare la confezione, quindi scatola e foglietto illustrativo, dal contenitore del farmaco e conferire in modo differenziato quest’ultimo negli appositi bidoni presso le farmacie o le isole ecologiche dei vari comuni.