
Nel 2021, il trend di uso degli antibiotici in Italia ha registrato una riduzione, con un calo del 3,3% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, i consumi di questi farmaci sono ancora superiori rispetto a quelli di molti Paesi europei. Lo evidenzia il rapporto ‘L’uso degli antibiotici in Italia – 2021’, a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), pubblicato sul sito dell’Agenzia.
Dal confronto europeo, in particolare, emerge che l’Italia ricorre più spesso ad antibiotici ad ampio spettro, che hanno un impatto più elevato sullo sviluppo delle resistenze antibiotiche. Si conferma, inoltre, un’ampia variabilità tra le Regioni, a livello di consumi, con significativi margini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, soprattutto al Sud.
Nel 2021, secondo quanto emerge dal rapporto, circa tre cittadini su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta con l’età, raggiungendo il 50% negli over 85. Inoltre, nella popolazione pediatrica, i maggiori consumi si concentrano nella fascia di età 2-5 anni, nella quale circa quattro bambini su dieci hanno ricevuto, nell’anno, almeno una prescrizione di antibiotici. Il 76% delle dosi utilizzate è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e quasi il 90% degli antibiotici rimborsati dal SSN viene erogato sul territorio, in regime di assistenza convenzionata. Le penicilline associate agli inibitori delle beta-lattamasi si confermano la classe a maggior consumo, con il 36% del totale, seguita dai macrolidi e dai fluorochinoloni.