
“I Modelli distributivi del farmaco come strumento di governance e di accesso uniforme alle cure” è il tema della Tavola rotonda che si è svolta nell’ambito del Congresso nazionale della SIFO, alla quale ha preso parte, tra gli altri, il presidente di Federfarma Marco Cossolo.
«Se noi ci attenessimo tout court alla proposta di Nello Martini, che prevede il ricollocamento di vari medicinali nella farmacia territoriale», afferma Cossolo, «verrebbero riportati tra i 13 e i 15 milioni di confezioni dalla distribuzione diretta alla DPC. Le sei condizioni individuate da Martini affinché i farmaci restino in DD sono in larga parte condivisibili, anche se dal nostro punto di vista andrebbero leggermente riviste».
«Il ragionamento fatto da Martini è analogo a quello di SIFO e AIFA e smentisce clamorosamente tutti coloro che considerano la farmacia dei servizi come alternativa al rientro dei farmaci in farmacia. Perché il rientro dei farmaci in farmacia è proprio il punto forse più nobile e nobilitante della farmacia dei servizi, incentrata anche sui servizi cognitivi di assistenza alla dispensazione del farmaco e all’aderenza alla terapia nel paziente cronico previsti dal DM77», prosegue Cossolo. «Chi vorrebbe barattare i farmaci con i servizi incorre in un grave errore perché la farmacia dei servizi è uno strumento per dispensare i farmaci. Tant’è che gran parte dei farmaci che rientrano in farmacia viene utilizzata per il trattamento di patologie croniche perché il monitoraggio della cronicità avviene in farmacia. Nel corso del convegno è stato ribadito da più parti che la presenza di quei farmaci in farmacia è necessaria per l’applicazione del DM77, che prevede che il farmacista faccia anche il monitoraggio dei KPI, cioè degli indicatori di ingravescenza delle patologie croniche. Il farmaco e i servizi sono due aspetti di una visione unica della farmacia».
«Nella stessa direzione va l’intervento dell’AIFA che, come Federfarma, sostiene vada rivista la legge 405. È impensabile abolirla, ma certamente dopo vent’anni è necessario revisionarla. AIFA sottolinea che i pochi farmaci distribuiti in modalità diretta non devono più esserlo, perché utilizzati per patologie croniche, che vanno trattate sul territorio in un’ottica di assistenza sanitaria di prossimità» continua il presidente Cossolo.
Durante la tavola rotonda si è anche dibattuto del fatto che alcuni farmaci possano passare dalla DPC alla convenzionata, per evitare che il paziente debba tornare due volte in farmacia. «Si è convenuto che questo passaggio è accettabile a due condizioni: l’introduzione della nuova remunerazione, che superi il meccanismo del calcolo percentuale, e la revisione del prezzo. Esattamente come è avvenuto con il Ranexa, che dal PHT è passato in classe A. Credo che sia la prima volta che accada da vent’anni a questa parte e credo che tale passaggio anticipi la modifica della remunerazione delle farmacie ottenendo la riduzione del prezzo al pubblico. Ringrazio il presidente della SIFO, Arturo Cavaliere, per aver organizzato questo convegno, che conferma che si è intrapresa la strada giusta per rivedere il sistema di distribuzione mettendo al centro il cittadino. Tutta la filiera sta collaborando per costruire un percorso condiviso che tenga conto in tutti i suoi passaggi delle necessità del paziente. Con questo obiettivo – conclude Marco Cossolo - è nata la proposta, condivisa da tutti i presenti, di creare un tavolo FOFI, SIFO e Federfarma per dare seguito a quanto emerso durante il convegno».