
In merito all'escalation di un possibile attacco nucleare della Russia nella guerra con l'Ucraina, farmacisti e medici sono d’accordo nel tranquillizzare gli italiani rispetto alla capacità del Paese di fornire iodoprofilassi in caso di necessità. Nei giorni scorsi il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia aveva già rassicurato la popolazione circa l’esistenza di un piano di distribuzione straordinario in farmacia, in caso di vero allarme nucleare. Rassicurazione confermata anche dal presidente di Federfarma Marco Cossolo: «Le scorte di farmaci a base di iodio nelle farmacie italiane non mancano – ha spiegato sulle colonne de ‘Il Sole 24 Ore’ - ma approvvigionarsene ora è inutile e assumere tali farmaci senza una reale necessità è non solo inappropriato, ma anche dannoso. È questa l’indicazione che noi farmacisti diamo ai cittadini quando ci chiedono consigli sul tema».
Analoga indicazione arriva anche dagli endocrinologi. «La iodoprofilassi protegge la tiroide, inibendo o riducendo l’assorbimento di iodio radioattivo. Lo iodio, infatti, - spiega Annamaria Colao, presidente della Società italiana di Endocrinologia (Sie) - è un micronutriente essenziale per l’organismo e viene assunto consumando gli alimenti che ne sono ricchi. La tiroide riesce a concentrarlo, per utilizzarlo quando serve ma proprio la tiroide è uno dei principali organi bersaglio del danno da radiazioni». L’assunzione di iodio «serve solo nelle ore successive» a incidenti nucleari «perché dopo pochi giorni la radioattività cala. Ma attenzione perché l’assunzione ingiustificata di medicinali può provocare alterazioni anche gravi della funzione tiroidea», precisa Colao.