La Commissione UE in collaborazione con l’OCSE ha pubblicato, come di consuetudine, il Profilo sanitario del nostro Paese. Questo documento viene utilizzato dalla Commissione per fornire a ciascun Paese le raccomandazioni sulle sfide più urgenti da affrontare per migliorare il proprio sistema sanitario.
Dal rapporto emerge che l’Italia ha attuato una serie di misure volte a promuovere una maggiore diffusione dei farmaci equivalenti per migliorare l’accessibilità alle cure e il rapporto qualità-prezzo della spesa farmaceutica. A meno che il medico non scriva indicazioni diverse sulla ricetta, il farmacista è tenuto a informare il cliente dell’eventuale esistenza di un prodotto equivalente più economico. Qualora il medico indichi che il medicinale non è sostituibile oppure laddove l’assistito intenda comunque acquistare il farmaco originale, la differenza tra il prezzo del farmaco erogato e l’alternativa più economica è a carico dell’assistito.
Benché tra il 2005 e il 2019 sia passata dal 7% al 28 % in termini di volume, la quota di mercato dei farmaci equivalenti in Italia resta inferiore di 20 punti percentuali rispetto alla media UE. Tra il 2015 e il 2019 la spesa a carico delle famiglie per la differenza tra il prezzo del farmaco erogato e l’alternativa più economica ha continuato a crescere annualmente del 3% (Agenzia italiana del farmaco, 2020).
La proposta di ulteriori misure volte a migliorare l’accesso ai farmaci sarebbe in linea con la strategia farmaceutica dell’UE per l’Europa (Commissione europea, 2020), adottata nel novembre del 2020 per garantire ai pazienti l’accesso a farmaci innovativi e a prezzi accessibili. Tale strategia dovrebbe inoltre consentire all’Europa di soddisfare il suo fabbisogno di farmaci anche in tempi di crisi, grazie a solide catene di approvvigionamento.