
La ricetta dematerializzata è stata la misura maggiormente implementata durante la pandemia, rispetto al periodo pre-covid, come affermano il 93,5% dei farmacisti, l’82,6% dei medici di medicina generale e l’84,8% dei rappresentanti delle società scientifiche. A mostrarlo sono i dati preliminari di un’indagine condotta da Cittadinanzattiva che insieme ad associazioni di pazienti, medici, farmacisti e società scientifiche, sta mettendo a punto una Raccomandazione sull’accesso alle cure farmacologiche che sarà presentata in un evento in programma a Roma, a fine maggio.
Secondo l’indagine, solo un medico di medicina generale su due ha dichiarato che l’utilizzo di programmi di telemedicina è stato implementato rispetto al periodo pre-covid, contro l’82,6% delle società scientifiche e il 76,1% dei farmacisti. Altri strumenti di digital health, come app di prenotazione di esami e vaccinazioni, risultano implementati per il 69,6% dei medici di medicina generale, il 71,7% delle società scientifiche e il 69,6% dei farmacisti, mentre il Fascicolo Sanitario Elettronico stenta a decollare, sia per quanto concerne la sua attivazione che rispetto all’utilizzo quotidiano. Il rinnovo automatico del Piano Terapeutico è la misura meno implementata rispetto al periodo pre-pandemico secondo un po’ tutti gli esperti coinvolti, che invece sono in disaccordo sulla consegna di farmaci e dispositivi al domicilio del paziente, con l’84% dei farmacisti che ritiene che sia stata implementata rispetto al periodo antecedente alla pandemia, contro il 69,6% dei medici di medicina generale e il 30,1% dei rappresentati delle società scientifiche.
“I dati ci dicono che è indispensabile far crescere la digitalizzazione dei servizi e lavorare per eliminare la burocrazia inutile”, ha commentato Valeria Fava, responsabile coordinamento politiche per la salute di Cittadinanzattiva che indica, tra le prime soluzioni da implementare, “arrivare ad un fascicolo sanitario elettronico diffuso, accessibile ed efficace, rendere la ricetta elettronica permanente, rivedere la normativa sui piani terapeutici, rendendo la procedura meno burocratica, implementare l’utilizzo della telemedicina favorendo programmi di formazione e favorire l’accessibilità al farmaco attraverso modelli di distribuzione più prossimi al paziente e la consegna al domicilio”.