
Le farmacie rurali come perno della strategia di rilancio per le aree interne, con la previsione di risorse pubbliche per favorire gli investimenti necessari ad erogare nuovi Servizi. E’questo uno dei progetti del Recovery plan il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che contiene gli interventi strutturali presentati dal governo italiano a Bruxelles per accedere al finanziamento da 240 miliardi riservato all’Italia da NextGeneration Eu. «È un grande passo avanti per la farmacia e, in particolar modo, per quella rurale - dichiara ai microfoni di Federfarma channel Gianni Petrosillo, presidente del Sunifar – perché le istituzioni hanno preso atto di quanto la farmacia sia centrale nell’ambito dell’assistenza territoriale – oltre alla dispensazione del farmaco- e rappresenti un forte elemento di coesione sociale». Non a caso, all’interno del Pnrr che è articolato in 6 macro-missioni, il progetto dedicato alle rurali è previsto nella quinta macro missione, quella dell’‘inclusione e coesione sociale’.
«Questo dimostra – prosegue Petrosillo - quanto sia socialmente importante la farmacia in questi territori perché dà l’opportunità ai cittadini di queste aree più interne di poter usufruire degli stessi servizi del resto del Paese». Nel progetto è prevista «l'assegnazione di risorse finanziarie pubbliche per incentivare gli investimenti privati - spiega il presidente Sunifar - nell'adeguamento delle farmacie al fine di rafforzarne il ruolo di erogatori di servizi sanitari, partecipando alla presa in carico del paziente cronico; fornendo prestazioni di secondo livello, attraverso percorsi diagnostico-terapeutici previsti per patologie specifiche; erogando farmaci che il paziente ora è costretto a ritirare in ospedale; monitorando i pazienti con la cartella clinica elettronica e il fascicolo farmaceutico». In questo modo, le farmacie saranno in grado di «raggiungere livelli di efficienza maggiori, rafforzando il proprio ruolo di servizio sanitario di prossimità integrato nel Ssn», precisa Petrosillo. La misura prevede di favorire il co-investimento privato, pari a circa il 50% dell'intervento pubblico, ossia, per ogni euro investito privatamente, la farmacia può beneficiare di due euro pubblici. Il progetto offre un piano d’intervento suddiviso in tre pilastri: ‘La dispensazione del farmaco’, ‘La partecipazione della farmacia nella «presa in carico» del paziente cronico’ e ‘la prestazione dei servizi di primo e secondo livello’.
Parlando di cifre, Petrosillo spiega che «le farmacie sono state raggruppate in 2 cluster di fatturato: fascia 1, da0 a 600.000 € e fascia 2, da 600.000 a 1.500.000 €». Per il primo pilastro, il progetto prevede «la riorganizzazione delle aree di ricevimento delle prescrizioni, anche con un nuovo hardware e la formazione», chiarisce il presidente Sunifar. Per ogni farmacia del cluster 1 è previsto, nel triennio, un massimo di investimento tra pubblico e privato di21mila €, per quelle del cluster 2, un massimo di 32,4 mila €. Per il secondo pilastro, si parla di «postazione attrezzata dedicata, nuovo hardware e software e di formazione». Per il primo cluster di farmacie, l’investimento massimo previsto è di 17,4 mila €, per il cluster 2, di 28mila €. Infine, per il terzo pilastro, il tipo di intervento riguarda il noleggio o l’acquisto di strumentazioni e la creazione o adeguamento dell’area servizi. L’investimento in questo caso, per il primo cluster è di 24,9 mila € e per il secondo cluster di 33,5 mila €. Per Petrosillo, l’attuazione di tale progetto può considerarsi un «grande risultato, non solo per l’aspetto economico, ma anche per il valore politico di questo riconoscimento perché si riconferma, di fatto, il ruolo svolto dalle farmacie all’interno del Ssn».
L’intervista integrale di Federfarma channel a Gianni Petrosillo è disponibile qui
www.federfarmachannel.it/articolo.php?ida=2083