11/02/201911:15
Aids: calano in Europa i nuovi contagi da Hiv Sia per chi ha rapporti omosessuali che eterosessuali
- ROMA, 11 FEB - Calano in Europa i contagi da Hiv.
Nel 2017 sono state 25.353 le nuove diagnosi di sieropositività,
con un tasso di 6,2 casi ogni 100mila abitanti (erano 31286 del
2016). Tuttavia, come segnala l'ultimo bollettino del Centro
europeo per le malattie (Ecdc), in diversi Paesi il dato
continua ad aumentare e le diagnosi tardive sono molto diffuse.
I paesi con il tasso più alto di nuove diagnosi di
sieropositività nel 2017 sono stati Lettonia (18,8) ed Estonia
(16,6), mentre quelli con i valori più bassi Slovacchia (1,3) e
Slovenia (1,9). L'Italia si trova un po' sotto la media Ue con
5,7 casi ogni 100mila abitanti, valore che negli ultimi 5 anni è
costantemente calato (nel 2013 era di 6,4). I nuovi casi di Hiv
sono calati anche in Austria, Belgio, Danimarca, Estonia,
Olanda, Norvegia, Spagna e Regno Unito, mentre sono aumentati in
Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania, Malta, Cipro e
Polonia. Il calo complessivo si deve alla riduzione costante
delle nuove diagnosi sia negli eterosessuali negli ultimi anni,
e a quella negli omosessuali nel 2016 e 2017, che comunque
rimangono il gruppo più numeroso. Nel 2017 l'Hiv è stato
rilevato principalmente negli uomini (75%), con il 38% delle
nuove diagnosi dovuta ai rapporti omosessuali, il 33% negli
eterosessuali, il 4% per l'iniezione di droghe e meno dell'1%
per trasfusioni e trattamenti in ospedale. Il 41% delle nuove
diagnosi è stato fatto invece in migranti. Il calo delle
diagnosi di hiv per gli omosessuali è importante, sottolinea
l'Ecdc, perchè negli ultimi dieci anni sono stati l'unica fascia
di popolazione cresciuta costantemente nei contagi. Un risultato
che si deve a programmi più mirati di test e diagnosi precoce,
di collegamento rapido con le cure e l'inizio immediato della
terapia antiretrovirale. Tuttavia continuano ad esserci alcuni
dati negativi, come la diagnosi tardiva dell'hiv, pur con grandi
differenze tra i vari paesi europei. In media passano 3 anni tra
l'infezione e la diagnosi.