di Claudio Buono
La grave alluvione che ha interessato di recente le Marche ha colpito duramente anche alcune farmacie della Regione. Ciononostante, la categoria ha saputo gestire al meglio una situazione davvero difficile, dando prova ancora una volta di grande coraggio e spirito d’adattamento. Dalla voce della dottoressa
Mariagrazia Lavorgna, della farmacia di Albacina-Borgo Tufico (frazione di Fabriano, AN), la testimonianza diretta di una titolare che sta affrontando le conseguenze di questa calamità.
Dottoressa, qual è la portata dei danni subiti dalla sua farmacia?
Devo premettere che anche se la mia farmacia è stata effettivamente interessata dall’evento, i danni si sono rivelati tutto sommato contenuti. Probabilmente ha giocato a favore il fatto di risiedere in una frazione che dista una trentina di chilometri dall’epicentro dell’alluvione. In ogni modo anche da noi l’esondazione del fiume Esino, che scorre non lontano da dove è ubicato il mio esercizio, la notte del 15 settembre ha provocato
un vero e proprio fiume di acqua e fango che ha travolto tutto ciò che incontrava, raggiungendo anche l’ingresso della mia farmacia, allagandola. Nella sventura, però, sono stata fortunata, da un lato perché dispongo di un unico locale di piccole dimensioni e dall’altro perché la furia dell’inondazione, provocando la caduta degli espositori nella parte riservata al pubblico, ha fatto da barriera frenando l’afflusso di acqua e fango. Un leggero dislivello del pavimento ha poi impedito che l’allagamento raggiungesse l’area retrostante adibita a ufficio e laboratorio. A conti fatti posso dunque affermare che, rispetto ad altri colleghi che hanno subìto danni ben più seri, i miei si sono limitati a un certo quantitativo di merce da buttare e al disagio di dover ripulire tutto nel più breve tempo possibile. Rimane però il grande dispiacere misto a rabbia per quanto è accaduto, che va di pari passo con un certo senso di paura e impotenza al solo pensiero che tutto ciò possa verificarsi nuovamente.
Quando avete potuto riprendere l’attività?
Come dicevo, mi sono attivata fin da subito e
già il mattino seguente l’esondazione, con l’aiuto di una mia collaboratrice, ho provveduto a liberare la farmacia da gran parte dell’acqua e del fango. In quel frangente la tuta blu ha preso il posto del camice bianco. Un’impresa di pulizie ha poi completato il lavoro, tanto che già nel pomeriggio di venerdì 16 eravamo nuovamente operativi, con grande soddisfazione e riconoscenza da parte dei nostri utenti. Ecco, se devo trovare una nota positiva in questo malaugurato evento è proprio il rapporto molto stretto che abbiamo, come farmacia rurale di un piccolo borgo, con i nostri pazienti, che anche in questo frangente non hanno mancato di dimostrarci la loro vicinanza e solidarietà.
Non sentirsi soli e abbandonati e poter continuare a mantenere un legame con la popolazione è davvero di grande aiuto e consolazione in situazioni come questa.
Avete ricevuto qualche tipo di assistenza dalle squadre di soccorso esterne?
Personalmente, una volta valutata l’entità del danno subito, non ho reputato necessario richiedere l’intervento dei vigili del fuoco o dei volontari della protezione civile, che invece sappiamo essersi prodigati per andare in soccorso dei colleghi più sfortunati.
Devo anche dare atto a Federfarma Marche di essersi attivata tempestivamente,
in primis con l’allestimento di
container già utilizzati in occasione dell’ultimo sisma, per far sì che le farmacie danneggiate potessero riprendere al più presto l’attività.
Per concludere, c’è un messaggio che vuole lanciare a tutti i farmacisti che sono stati colpiti dall’alluvione?
Mi consenta innanzitutto di esprimere
tutta la mia vicinanza e il mio affetto alla collega che ha pagato il prezzo più alto con la dolorosa perdita del piccolo Mattia. Vorrei poi ringraziare tutti i titolari della mia Regione che ancora una volta hanno dimostrato piena collaborazione. I farmacisti rispondono sempre con un sorriso a critiche e avversità. Sono perciò convinta che ancora una volta i farmacisti delle zone più colpite dall’alluvione, che oggi si trovano nella condizione di doversi risollevare dagli ingenti danni subiti, sapranno farlo a testa alta per
tornare a essere, come sempre, un punto di riferimento per la comunità.