Presidente Cossolo, cosa si intende per “work for equity”, la soluzione che ha proposto nel corso dell’Assemblea pubblica di Federfarma dello scorso 14 settembre per arginare le catene? Potrebbe essere utile anche alle rurali?
Il “
work for equity” è uno strumento di remunerazione per le
start up e le PMI innovative introdotto dal
DL n. 179/2012, poi esteso dal
DL n. 3/2015. È stato concepito
per le imprese che hanno bisogno di prestazioni professionali qualificate ma che, al contempo, non dispongono di liquidità importanti, e consente, esattamente come nel caso delle
stock option destinate ai
manager delle grandi aziende, di remunerare consulenti e collaboratori esterni – senza vincolo di subordinazione –
attraverso la partecipazione agli utili societari ed attraverso un’agevolazione fiscale.
Attualmente le farmacie non possono avvalersi di questo strumento, che offrirebbe ai titolari una serie di vantaggi: in primo luogo,
incentiverebbe l’inserimento professionale dei giovani farmacisti, e in particolar modo nelle farmacie delle aree rurali dove il bacino di utenza – e, di conseguenza, le risorse – sono più limitate; inoltre,
favorirebbe una maggiore aggregazione, contribuendo allo sviluppo di un’identità aziendale, giacché anche i collaboratori diverrebbero soci e, con il prosperare della farmacia, aumenterebbero di valore anche le quote ricevute.
Troviamo assolutamente utile e idonea l’estensione di questo strumento fiscale anche alle nostre farmacie, e ci auspichiamo che questo possa avvenire nel prossimo futuro.